Come includere e facilitare le persone che hanno difficoltà nella lettura delle etichette? Oggi vediamo alcune caratteristiche e alcuni FONT che possono fare la differenza nell’aiutare il 10% ( circa ) della popolazione mondiale.
Definiamo la dislessia
La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che colpisce la capacità di leggere in modo accurato e fluentemente. Può causare difficoltà nella decodifica delle parole, nella comprensione del testo e nella scrittura. Le persone con dislessia possono avere difficoltà a distinguere tra lettere e parole simili, a seguire una linea di testo e a mantenere l’attenzione sulla lettura per un periodo prolungato.
Il designer britannico Dan Britton ha creato un font a cui manca il 40% di ogni lettera per aiutare a comprendere la difficoltà di lettura che può avere un dislessico. Questo font non riproduce esattamente ciò che un dislessico percepisce, ma dà un’idea di quanto possa essere difficile e lenta la lettura per loro.
Cosa possiamo fare in fase di progettazione delle etichette?
Il carattere di stampa sembrerebbe influenzare decisamente il testo che un individuo sta leggendo; oltre a influire sulla leggibilità del testo, sembrerebbe essere in grado di influenzare ampiamente la comprensione del testo. Ciò sembrerebbe funzionare sia per gli individui senza disturbi di lettura che nei casi di dislessia.
La British Dyslexia Association ha redatto una guida che fornisce indicazioni stilistiche per la creazione di materiale didattico che faciliti l’apprendimento delle persone con dislessia. La guida include un vademecum sulle caratteristiche del font da utilizzare, come la grandezza delle lettere, la crenatura e l’interlinea. È importante porre attenzione ai grafemi simili, come le lettere “p” e “b”, che possono essere facilmente confuse.
Quali font si potrebbero usare per le etichette, quindi?
Tra i font comunemente disponibili sui programmi a schermo, ci sono alcuni che presentano un’alta leggibilità, come l’Arial, il Comic Sans, l’Helvetica, il Tahoma, il Trebuchet e il Verdana. Tuttavia, per ottenere un risultato migliore, si può utilizzare dei font appositamente studiati per facilitare la lettura. Vediamole qui i font mirati:
EasyReading
Progettato a Torino dal grafico Federico Alfonsetti con una ben chiara mission: la leggibilità per tutti. Ne è nato un carattere essenziale, nel design, in cui sono state utilizzate persino “grazie” appositamente dedicate che, diversamente dall’opinione più diffusa, in tal caso prevengono lo scambio tra lettere facilmente confondibili. Il pacchetto comprende 6 stili oltre ad un elevato numero di lettere, simboli, numeri, punteggiatura ecc.
L’Associazione Italiana Dislessia l’ha riconosciuto come un valido strumento a supporto di quanti convivono con questo disturbo dell’apprendimento.
Bianconero
Il font Bianconero è stato creato bypassando tutti gli “ostacoli” tipografici posti normalmente a regola dell’impostazione di un impaginato, definito ad “Alta Leggibilità” per le sue intrinseche caratteristiche in grado di favorire l’accesso ad un contenuto testuale. E’ frutto di uno studio specifico che ha visto dialogare il graphic designer Umberto Mischi con una psicologa cognitiva, un esperto dei DSA e un docente universitario in tipografia. Gli scritti presentano testo non giustificato, spaziatura dei paragrafi, ed è contemplato l’utilizzo di una carta specifica color “crema” che evita il riflesso e di spessore tale da impedire la trasparenza del foglio. Tutti accorgimenti che, di fatto, dimostrano di poter semplificare la quotidianità di quanti devono gestire “un’insicurezza cognitiva”.
OpenDyslexic
Il font OpenDyslexic è stato progettato per agevolare la lettura grazie ad una base rafforzata che contrasta l’effetto affollamento.
Etichette per tutti
Quest’articolo nasce per tutti coloro progettano e propongono marchi sul mercato che tengono in considerazione i fattori sociali. Oggi viene stimato che le persone affette da disturbi nella lettura siano tra il 5 e il 17% della popolazione mondiale.
Potenzialmente potresti facilitare la vita, nelle azioni quotidiane, di quasi 2 clienti su 10.
Volevamo lasciarvi con questa riflessione e invitarvi a leggere anche l’articolo in cui vediamo la struttura delle etichette in modo dettagliato qui!
Di seguito la consueta curiosità sulle etichette 👇🏻
Curiosità:
Lo sapevi che… L’etichetta di vino più antica conosciuta, prodotta nel 1730, è stata conservata presso il Château Mouton Rothschild nella regione di Bordeaux, in Francia. Questa etichetta di vino è notevole perché riporta il nome del produttore, l’anno di produzione e altre informazioni, che sono ancora elementi comuni nelle etichette di vino moderne.